APPROFONDIMENTI

Il sushi è cinese o giapponese?

piatto di sushi: cinese o giapponese?

Il sushi è ormai un simbolo globale della cucina asiatica, ma nonostante la sua fama, intorno alla sua origine ruota ancora una certa confusione. Non è raro, infatti, sentir parlare di “sushi cinese”, complice la diffusione di ristoranti cinesi-giapponesi che offrono piatti di entrambe le tradizioni.

Questo intreccio gastronomico ha alimentato la domanda: il sushi è nato davvero in Giappone oppure affonda le sue radici in Cina? La risposta non è semplice in quanto gli intrecci nella cultura gastronomica asiatica sono numerosi.

Le vere origini del sushi: tra storia e fermentazione

Per comprendere le origini del sushi, è necessario risalire a un’antica pratica di conservazione nata nella Cina meridionale.

Qui, intorno al IV secolo a.C., si diffuse l’abitudine di conservare il pesce crudo tra strati di riso cotto fermentato: un metodo efficace per prolungarne la durata in assenza di refrigerazione.

Questo sistema, noto come narezushi, prevedeva che il riso, dopo aver svolto il suo compito di fermentazione, venisse scartato e non consumato.

Con il passare dei secoli, questa tecnica si diffuse in varie regioni dell’Asia, raggiungendo anche il Giappone, dove subì trasformazioni decisive. È proprio in questo passaggio che si può parlare, in senso storico, di un legame tra il sushi cinese delle origini e l’elaborazione gastronomica che sarebbe poi diventata distintamente giapponese.

L’evoluzione del sushi in Giappone

Quando il metodo del narezushi approdò in Giappone, non si limitò a mantenere la funzione di conservazione del pesce, ma iniziò a trasformarsi in una vera espressione culinaria. I giapponesi, infatti, modificarono progressivamente la tecnica, riducendo i tempi di fermentazione e iniziando a consumare il riso insieme al pesce.

Questa evoluzione portò alla nascita di nuove forme di sushi, sempre più rapide da preparare e più vicine ai gusti contemporanei. Tra queste, l’Edomae sushi, sviluppatosi a Edo (l’attuale Tokyo) durante il periodo Edo, divenne particolarmente popolare: un tipo di sushi fresco, preparato con pesce crudo o marinato e servito sopra piccoli bocconi di riso leggermente condito con aceto.

In questo modo, il Giappone non solo fece proprio l’antico sapere cinese, ma lo reinterpretò profondamente, dando vita a quella tradizione gastronomica che oggi tutto il mondo associa alla parola “sushi”.

Perché si parla di sushi cinese nei ristoranti

Nei menu dei ristoranti cinesi, il sushi è spesso presentato accanto a piatti di chiara tradizione cinese, come involtini primavera o riso cantonese, generando così l’idea che il sushi possa appartenere anche alla cultura gastronomica cinese. In realtà, questa associazione nasce più da dinamiche commerciali che da motivazioni storiche.

Molti ristoratori cinesi, stabilitisi in altri paesi, hanno scelto di proporre anche specialità giapponesi, tra cui il sushi, per rispondere alla crescente domanda di cucina nipponica, molto apprezzata a livello internazionale. L’espressione “sushi cinese” riflette dunque una commistione moderna tra due tradizioni distinte, più che una reale appartenenza culturale. È importante ricordare che il sushi, nella forma che conosciamo oggi, resta una creazione giapponese, mentre nei ristoranti gestiti da cinesi viene talvolta adattato nei sapori e negli ingredienti per incontrare gusti diversi.

Esiste davvero un sushi cinese oggi?

Sebbene il sushi sia una specialità tipicamente giapponese, negli ultimi anni anche in Cina sono nate reinterpretazioni locali che si ispirano a questo celebre piatto. In alcune grandi città, specialmente nelle aree più cosmopolite come Shanghai o Pechino, si possono trovare versioni di sushi adattate ai gusti cinesi, con l’uso di ingredienti diversi e combinazioni più ricche di salse e condimenti.

Tuttavia, queste rivisitazioni non si collocano nella tradizione storica del sushi, quanto piuttosto in una cucina fusion contemporanea. Si tratta, dunque, di nuove espressioni gastronomiche che prendono spunto dall’estetica e dalla struttura del sushi giapponese, ma che non hanno legami diretti con il concetto originario di “sushi cinese”. In questo senso, il termine resta più una semplificazione linguistica che una definizione corretta dal punto di vista storico e culturale.

Domande frequenti sul sushi cinese

Il sushi è nato in Cina o in Giappone?

Le prime testimonianze di pesce conservato con il riso fermentato provengono dalla Cina antica, ma il sushi, come piatto elaborato e consumato fresco, si è sviluppato in Giappone. È quindi corretto dire che il sushi moderno è un’espressione della cucina giapponese.

Come si chiama il sushi cinese?

Non esiste una forma tradizionale di sushi cinese. Oggi si trovano in Cina delle interpretazioni moderne ispirate al sushi giapponese, ma si tratta di adattamenti contemporanei, spesso pensati per la ristorazione internazionale.

Chi fa sushi: i cinesi o i giapponesi?

Storicamente, il sushi è stato perfezionato in Giappone. Tuttavia, nel panorama attuale, molti ristoratori cinesi propongono sushi nei loro menu, specialmente nei ristoranti di ispirazione cinese fuori dall’Asia. Questa diffusione, però, non modifica l’origine giapponese del piatto.

Che differenza c’è tra cucina cinese e cucina giapponese?

La cucina cinese è estremamente varia, ricca di sapori intensi, fritti e lunghe cotture. La cucina giapponese, invece, si distingue per la semplicità, l’attenzione alla freschezza degli ingredienti e una predilezione per preparazioni leggere come il sushi e il sashimi.

Dove nasce il vero sushi?

Il sushi, nella sua forma moderna, nasce in Giappone. Sebbene le antiche pratiche di conservazione con riso fermentato siano comparse in Cina, è in Giappone che il concetto di sushi si è trasformato in una tradizione gastronomica raffinata.